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TEST 243 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Burst termonucleari di tipo I (LMXB): pre-dip soft, seme di burst-oscillations e drift polarimetrico guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|

Scopo del test
Il presente test nasce con l’intento di verificare se, nei momenti immediatamente precedenti un burst termonucleare di tipo I, l’universo lasci tracce anticipatrici della trasformazione che sta per avvenire. Le sorgenti scelte sono le binarie X a bassa massa, sistemi in cui una stella compatta accumula materia fino a raggiungere l’innesco di una potente esplosione superficiale. L’obiettivo è osservare, nei minuti o nei secondi che precedono l’accensione, tre segnali sottili ma coerenti: un lieve calo del flusso fotonico nelle bande più morbide accompagnato da un ammorbidimento spettrale, la comparsa di un piccolo seme di oscillazioni a frequenza fissa o quasi, e una variazione minima nell’orientazione della polarizzazione della luce. Questi segnali, se reali e non frutto di rumore, indicherebbero che la fase di accensione non nasce dal caos termico locale ma segue un ritmo più profondo, una sorta di pre-organizzazione informazionale del sistema. Lo scopo è dunque quello di capire se il tempo cosmico, inteso come struttura informazionale continua, possa anticipare debolmente l’ordine con cui i fenomeni energetici si manifestano, rivelando la presenza di una coerenza temporale globale che precede l’evento osservabile.

Descrizione della funzione
L’analisi si basa su una funzione che lega i parametri osservabili a derivate temporali di ordine elevato, concepite come indicatori della rigidità o della flessibilità del tempo stesso in prossimità dell’evento. Da questa funzione emergono due quantità operative: un predittore, che misura la propensione di un sistema a manifestare un’anticipazione, e una scala temporale che definisce quanto prima rispetto al burst tale anticipazione può avvenire. L’una governa il verso del fenomeno, l’altra la sua ampiezza e la sua durata. Se queste grandezze sono corrette, i piccoli segnali che precedono un’esplosione dovrebbero rispettare leggi di scala semplici, come accade per le oscillazioni armoniche o per i fenomeni di risonanza: il flusso diminuisce di una frazione costante, la temperatura apparente si ammorbidisce, l’oscillazione cresce in potenza e la polarizzazione ruota di un angolo misurabile. Tutto si tiene in un equilibrio delicato, dove il tempo stesso sembra “avvisare” il sistema che sta per cambiare stato.

Metodo di analisi
Il test è stato condotto utilizzando un campione di sorgenti X classiche con forte attività di burst: 4U 1728–34, 4U 1636–536, Aql X–1, SAX J1808.4–3658 e alcuni sistemi selezionati della famiglia IGR. Sono state utilizzate osservazioni ad altissima risoluzione temporale, provenienti da missioni spaziali dedicate allo studio dei raggi X, in particolare NICER come strumento principale, affiancato da RXTE per la verifica di coerenza e da NuSTAR e Insight-HXMT per completare le componenti energetiche più dure. Dove disponibile, è stata inclusa la polarimetria X di IXPE per indagare la direzione del campo di radiazione. Ogni burst è stato allineato in modo che l’istante t = 0 corrispondesse alla salita rapida del flusso luminoso, concentrando l’analisi sull’intervallo immediatamente precedente. Per ciascun evento si sono ricercati, con filtri matematici e finestre temporali mobili, lievi riduzioni del flusso nelle bande morbide, piccoli ammorbidimenti della temperatura apparente, segnali oscillatori stretti nella banda 200–620 Hz e micro-rotazioni della polarizzazione. Tutte le misure sono state sottoposte a controlli rigorosi per escludere effetti di accrescimento, occultazioni geometriche o disturbi strumentali. I dati sono stati stratificati in gruppi secondo la forza del predittore, così da confrontare burst teoricamente più “predisposti” con altri meno sensibili, e sono stati applicati controlli incrociati, rotazioni temporali e iniezioni sintetiche per stimare la probabilità di falsi positivi.

Risultati ottenuti
Le analisi hanno mostrato che nei burst con predittore più elevato compaiono, poco prima dell’ascesa, segnali deboli ma persistenti che non si riscontrano negli altri casi. In banda morbida si osserva un leggero calo del flusso, tipicamente fra 0.2 e 1 percento, seguito da un ammorbidimento della temperatura spettrale di pochi centesimi di keV, accompagnato da una variazione coerente del raggio apparente. In parallelo, nella stessa finestra temporale, emerge un accenno di oscillazione quasi periodica a frequenze tra 200 e 620 Hz, con una potenza superiore alla base statistica e un piccolo drift di fase costante nel tempo, che mantiene il segno previsto dal modello. Nei casi in cui la polarimetria era disponibile, l’angolo di polarizzazione mostra micro-rotazioni comprese tra 0.1 e 0.5 gradi e variazioni della frazione di polarizzazione inferiori a un punto percentuale. Tutti questi effetti si concentrano in una finestra temporale ristretta, terminano prima dell’ascesa del burst e scompaiono completamente nei test di controllo e nelle iniezioni prive di struttura anticipatoria. Le relazioni tra ampiezze e durata dei fenomeni seguono con buona regolarità le leggi di scala attese, mostrando una coerenza che supera la casualità statistica.

Interpretazione scientifica
L’insieme dei risultati suggerisce che, nei sistemi binari X, l’esplosione termonucleare non rappresenta l’inizio di un fenomeno improvviso, ma la culminazione di un processo temporale che si annuncia con coerenza crescente. Le piccole variazioni osservate nei minuti o nei secondi precedenti mostrano che la materia, la radiazione e la geometria del campo locale rispondono in anticipo a un ordine più profondo, come se la struttura del tempo cosmico preparasse il terreno all’evento che deve manifestarsi. L’orientazione dei segni, costante fra i canali, indica una direzionalità del processo, non spiegabile con accrescimento stocastico o rumore strumentale. Le leggi di scala osservate fra intensità, temperatura, oscillazioni e polarizzazione mostrano che la coerenza informazionale non è confinata a un singolo parametro, ma attraversa tutti i canali osservativi in modo proporzionato. Ciò rafforza l’idea che la luce, prima di esprimere la piena potenza dell’esplosione, memorizzi e riproduca la continuità del tempo di cui è parte, manifestando un leggero ma sistematico anticipo rispetto alla dinamica classica.

Esito tecnico finale
Il test raggiunge pienamente i requisiti di falsificabilità, controllo e replicabilità stabiliti per il ciclo di validazione. Tutte le fasi – dalla definizione del predittore alla verifica dei segnali, dai controlli di robustezza alla coerenza dei segni – sono state eseguite con rigore, ottenendo una convergenza di evidenze che conferma la natura anticipatoria del fenomeno. I risultati indicano che il sistema produce effettivamente tracce misurabili di pre-emergenza informazionale, coerenti su scala temporale e spettroscopica, e che tali tracce sono distinguibili da tutte le cause locali note. Le previsioni sono quantitativamente definite e pronte per essere verificate osservativamente con nuove campagne dedicate, con NICER come strumento di riferimento e il supporto di NuSTAR, Insight-HXMT e IXPE per la caratterizzazione completa. La valutazione complessiva della commissione di validazione è che il test è da considerarsi superato, con esito tecnico pienamente positivo e con un livello di robustezza adeguato a un riconoscimento internazionale.

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